Area Respiratoria

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La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)

La broncopneumopatia cronica ostruttiva è definita come una malattia caratterizzata da sintomi respiratori cronici dovuti ad anomalie delle vie aeree che causano un’ostruzione persistente, spesso progressiva, delle vie aeree. La limitazione cronica al flusso aereo polmonare caratteristica della BPCO è parzialmente o completamente non reversibile. La BPCO è causa importante di mortalità a livello mondiale e rappresenta un importante problema della sanità pubblica.

La BPCO è il risultato di interazioni tra fattori genetici e ambientali che si verificano nel corso della vita dell’individuo e che possono danneggiare i polmoni. 

Il fumo di sigaretta rappresenta il maggiore fattore di rischio ambientale per mortalità e spiega la più alta prevalenza di BPCO nell’età avanzata e tra i soggetti di sesso maschile. Tuttavia la prevalenza di BPCO tra le donne è in aumento.

Diverse specifiche esposizioni occupazionali, incluse le particelle di carbone delle miniere, sono state proposte quali fattori di rischio per la BPCO.

Il fattore di rischio genetico più rilevante (anche se raro) per la BPCO finora identificato è rappresentato dalle mutazioni che portano alla carenza di α-1 antitripsina

Altri fattori che possono contribuire all’ostruzione bronchiale sono rappresentati dall’inalazione di particelle e gas tossici provenienti dall’inquinamento atmosferico domestico e ambientale.

Le infezioni respiratorie, specialmente quelle di origine virale, sono cause importanti di riacutizzazione della BPCO.

I tre sintomi più comuni della BPCO sono la tosse, l’espettorato e la dispnea da sforzo. Lo sviluppo di dispnea da sforzo viene spesso descritto come un aumento dello sforzo richiesto per respirare, fame d’aria o soffocamento. Molti pazienti presentano questi sintomi per mesi o anni prima di ricorrere alle cure del medico. Sebbene lo sviluppo di ostruzione bronchiale sia un processo graduale, molti pazienti attribuiscono a un evento acuto o a una riacutizzazione l’inizio della malattia. 

Con il peggioramento della BPCO, la principale caratteristica diventa la dispnea da sforzo con progressiva riduzione della capacità di svolgere attività professionali e non. Negli stadi più avanzati la dispnea compare anche durante lo svolgimento delle attività quotidiane.

Le riacutizzazioni sono una caratteristica predominante della storia naturale della BPCO. Esse sono comunemente definite come episodi di aumentata dispnea e tosse con alterazioni della quantità e delle caratteristiche dell’espettorato. 

L’aumento della frequenza delle riacutizzazioni si accompagna al peggioramento dell’ostruzione bronchiale.

L’approccio a un paziente con BPCO deve comprendere una anamnesi accurata e un esame obiettivo completo. L’anamnesi dovrebbe includere la quantificazione del grado di dispnea e informazioni sull’insorgenza di dispnea in seguito alle normali attività o ad attività particolari. 

L’esame che conferma la presenza di limitazione del flusso aereo e quindi la diagnosi di BPCO, è la spirometria.  

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è abitualmente facile da differenziare dall'asma, dal momento che i sintomi mostrano una minore variabilità, non regrediscono completamente e mostrano una minore (o assente) reversibilità. Circa il 10% dei pazienti con BPCO presenta aspetti della patologia asmatica.

Asma

L’asma è una malattia caratterizzata da un’ostruzione delle vie aeree che varia marcatamente sia spontaneamente sia dopo la terapia. Gli asmatici sviluppano una particolare forma di infiammazione delle vie aeree che rende queste ultime più responsive ad un'ampia gamma di stimoli rispetto ai non asmatici conducendo ad un’eccessiva broncocostrizione con conseguente riduzione del flusso aereo e sintomatologia caratterizzata da respiro sibilante, dispnea e tosse. La riduzione del calibro delle vie aeree è in genere reversibile ma in alcuni pazienti con asma cronico vi può essere una condizione di ostruzione bronchiale irreversibile.

L'asma è una delle più diffuse malattie croniche e attualmente interessa più di 300 milioni di persone nel mondo. L'asma può presentarsi a qualsiasi età con un picco a 3 anni; nell'infanzia il sesso maschile è doppiamente rappresentato rispetto al sesso femminile, ma negli adulti tale rapporto si normalizza.

L'asma è una malattia eterogenea in cui i fattori genetici e ambientali si intersecano. Sono stati identificati diversi fattori di rischio che predispongono all'asma. Questi ultimi devono essere distinti dai fattori scatenanti che sono fattori ambientali che peggiorano l'asma in un paziente con malattia già diagnosticata.

L’atopia (predisposizione ereditaria alle malattie allergiche) è il principale fattore di rischio per l'asma e i soggetti non atopici hanno un rischio molto basso di sviluppare asma. I pazienti con asma generalmente soffrono di altre condizioni atopiche quale la rinite allergica e la dermatite atopica. 

La familiarità dell’asma indica una predisposizione genetica alla patologia; sono stati identificati differenti geni che possono contribuire specificatamente allo sviluppo dell'asma.

Gli allergeni inalati, come ad esempio gli acari della polvere domestici durante la prima infanzia, sono comuni fattori scatenanti dei sintomi asmatici e sono anche coinvolti nella sensibilizzazione allergica.

Esistono molti altri fattori endogeni e ambientali implicati nell’eziologia dell'asma come l'obesità, l'esposizione occupazionale a fattori sensibilizzanti, alcuni inquinanti ambientali, le infezioni respiratorie, il fumo passivo.

Tra i fattori scatenanti l’asma, molti stimoli quali allergeni inalati, infezioni virali, farmaci, ed esercizio fisico, inducono la riduzione del calibro delle vie aeree e la comparsa di sintomi.

I sintomi caratteristici dell'asma sono il respiro sibilante, la dispnea e la tosse che regrediscono sia spontaneamente sia dopo la terapia. I sintomi possono peggiorare di notte e determinare risvegli nelle prime ore del mattino.

In alcuni pazienti c’è un’aumentata produzione di muco con una densità tale da renderne difficile l’espettorazione.

La diagnosi di asma è di solito evidente dai sintomi e confermata con l’esecuzione della spirometria che dimostra un’ostruzione delle vie aeree variabile e reversibile. La reversibilità è dimostrata con il test di broncodilatazione.


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Bibliografia
Harrison Principi di Medicina Interna 19° edizione